
Da un po’ d’anni, lo sappiamo, è iniziata la fantascienza. Tutti gli aspetti della nostra vita – lavoro, affetti, tempo libero – sono influenzati dalla tecnologia. Impossibile quindi pensare che settori tanto importanti della nostra società, come l’organizzazione dei servizi assistenziali, non siano radicalmente trasformati dall’impiego di smartphone, device e attrezzature più o meno automatizzate.
Di robot al servizio delle persone si parla ormai da moltissimo tempo. Già nel 2006, intervenendo ad un convegno a Palermo, Hirochika Inoue, grande esperto giapponese di automi umanoidi, ne preannunciava un impiego generalizzato in tempi brevi nel paese del sol levante. La società nipponica presenta notevoli somiglianze demografiche con quella italiana: la percentuale di anziani è sempre più alta e ciò comporta forti squilibri nella composizione della spesa sanitaria e assistenziale a fronte della crescita esponenziale delle persone non più autosufficienti e a basso reddito (le pensioni sono sempre meno consistenti).
La produzione su larga scala di robot capaci di svolgere i servizi più semplici, ripetitivi, faticosi – dall’accompagnare l’anziano a fare la spesa, al sollevamento di oggetti pesanti… – porterà ben presto alla riduzione dei costi e quindi ad una diffusione sempre più ampia di questi umanoidi al nostro servizio.
È evidente che quest’inevitabile evoluzione tecnologica rischia di rendere improvvisamente obsoleto il mestiere delle badanti, a meno che l’offerta di professionisti dell’assistenza alla persona non diventi sempre più qualificata e specialistica.
Se i robot potranno essere infatti preziosi e instancabili ausili alla vita quotidiana di anziani e disabili, i professionisti dell’Assistenza alla persona potranno e dovranno concentrarsi soprattutto sugli aspetti qualitativi e relazionali, in definitiva sul benessere dell’assistito. Per far questo però dovranno investire costantemente su se stessi: per acquisire sempre nuove competenze, capacità, sensibilità; e per proporsi come la terza, essenziale parte di un servizio integrato composto anche da robot umanoidi e dai servizi infermieristici di assistenza domiciliare già oggi erogati dalle diverse ASL.
C’è molto spazio, dunque, per crescere in professionalità e aumentare le proprie opportunità di lavoro. Su questo punto noi di Synesis intendiamo lavorare proprio per contribuire a mantenere e a migliorare la dimensione umana di servizi essenziali non solo per i nostri anziani, ma per il futuro stesso della nostra società. E dei nostri iscritti, naturalmente.