C’è chi la definisce un regalo alle assicurazioni, che non aiuta davvero i disabili, e c’è chi, come il premier Renzi, parla di “atto di civiltà”. Sicuramente l’approvazione della Disegno di Legge “Dopo di noi”, sull’assistenza alle persone con gravi disabilità, dopo la morte dei genitori o del tutore, è il frutto di alleanze e dissidi trasversali ai tradizionali schieramenti politici. 312 sì, 64 no (Movimento Cinque Stelle) e 26 astenuti (Sinistra Italiana) hanno dato il via libera ad una norma che prevede un Fondo di 180 milioni di Euro in tre anni e che era attesa soprattutto dalle associazioni dei portatori di handicap.
I 180 milioni del Fondo saranno così ripartiti: 90 milioni nel 2016, 38,3 milioni nel 2017, 56, 1 milioni nel 2018.
Sono previsti inoltre:
agevolazioni e sgravi fiscali sul patrimonio che i genitori affideranno a parenti, enti o onlus per la cura dei figli disabili
un progetto individuale di cura e assistenza del disabile da definire mentre i genitori sono ancora in vita e ancora in grado di decidere a chi affidare la gestione del figlio disabile e del patrimonio destinato al suo sostegno
agevolazioni fiscali per la formazione di trust destinati a disabili gravi, a vincoli di destinazione e di fondi speciali
La nuova legge vuole favorire anche iniziative in parte già esistenti, come il co-housing e la condivisione di appartamenti da parte di ragazzi disabili: città come Roma, Milano e Torino sono in questo senso “pioniere”. Ovviamente la legge prevede anche il coinvolgimento attivo di comuni, regioni ed enti locali.
Al di là delle immancabili polemiche e prese di posizione politiche (secondo i Cinquestelle la legge non aiuterà i disabili e le loro famiglie, ma le assicurazioni e le fondazioni private), noi crediamo che questa legge vada messa alla prova, ed eventualmente migliorata, come un passo che va comunque nella direzione giusta.
Decreti attuativi permettendo, ovviamente. Rimaniamo in attesa…