Scegliere la professione adeguata a sé stessi non significa optare per ruoli che valorizzano soltanto un percorso di studio, ma anche attitudini personali e relazionali, soprattutto quando si decide di intraprendere lavori in ambito sociale.
Oggi vogliamo parlarvi di un fenomeno che sta prendendo sempre più piede nelle grandi città, il “Silver Cohousing”, definizione che richiama il colore argento dei capelli dopo una certa età e la condivisione di spazi e momenti altrimenti vuoti. Si tratta della tendenza di molti anziani soli a mettere a disposizione la propria casa a giovani studenti o neo lavoratori, in cambio di piccoli favori domestici o della divisione delle bollette.
Se dalla parte di chi offre è indiscusso un grande vantaggio economico, organizzativo e di riduzione degli sprechi – basti pensare che in Italia sono più di 7 milioni le persone che vivono sole in appartamenti spesso molto grandi – dalla parte di chi riceve si concretizza la possibilità di uscire di casa o vivere in città diverse da quelle di origine, senza gravare sulla propria famiglia.
Al di là di queste indiscutibili convenienze, vogliamo però invitarvi alla riflessione sottolineando la bellezza del progetto.
Infatti, dalle testimonianze di coloro che hanno sperimentato il Silver Cohousing risulta che gli anziani, al di là del calcolo, si descrivano emotivamente molto soddisfatti, meno soli e con più allegria tra le mura domestiche, e i giovani inquilini più arricchiti e orgogliosi di un’esperienza a favore di chi ha più bisogno.
Insomma, un beneficio da entrambe le parti e la presa di coscienza che, quando si ha quotidianamente a che fare con la terza età, predisposizione, gioia e altruismo non possono mancare.
È questo lo spirito che noi di Synensis crediamo debba possedere anche chi abbraccia una professione assistenziale.